giovedì 20 agosto 2009

Europa League: vincono Lazio e Genoa, pari della Roma

ROMA - Poteva essere un replay della partita di andata contro il Gand. Invece una Roma a corrente alternata pasticcia in casa degli slovacchi del Kosice e dopo essere stata in vantaggio per 1-3, concede il pareggio ai padroni di casa, rischiando di andare sotto nel finale. Roma con Cerci in campo dal primo minuto. L'attaccante giallorosso dopo essere entrato a metà partita nei due scontri con il Gand si è conquistato un posto da titolare in terra slovacca. Il Kosice, sulla carta, non sembra avere particolari pretese, visto che nel campionato slovacco viaggia al nono posto, vicino alla zona retrocessione. Ma la beffa è dietro l'angolo. Proprio come all'esordio in Europa League, arriva dopo appena 5 minuti. I padroni di casa vanno in vantaggio con il serbo Milinkovic che sfrutta al meglio un errore della difesa giallorossa. Riise rinvia sui piedi dell'attaccante che batte di sinistro dal limite dell'area e sigla il momentaneo vantaggio per i padroni di casa. La Roma prova a reagire, ma il pari nasce da una papera di Schreng. Il portiere al '38 esce male in anticipo su Totti, Menez si getta sul pallone, ma viene ostacolato da Kiss. Un'ostruzione punita dall'arbitro con il calcio di rigore concesso con una certa larghezza. Dal dischetto Totti spiazza con freddezza il portiere e manda i suoi negli spogliatoio sull'1-1. Nella ripresa una Roma e un Francesco Totti più lucidi partono subito bene. Ci pensa Menez che già al 7' batte Schreng con un rasoterra angolato. In vantaggio la Roma si fa viva più volte nell'area del Kosice, con Motta che sciupa in area e Totti che manda in tilt mezza difesa slovacca. Il capitano deve aspettare il 22' per segnare il suo secondo gol in questa gara, il settimo in Europa League. Una rete al volo su passaggio di De Rossi beccato in area da un lancio lungo di Pizarro. Sembra finita, ma i padroni di casa ci credono ancora e con Novak fanno tremare più volte Artur. A metà della ripresa l'arbitro concede un altro rigore dubbio, questa volta per il Kosice. Il bomber degli slovacchi Novak dal dischetto non sbaglia. Ed è lo stesso attaccante ad approfittare dei dieci minuti di black out dei giallorossi per fermare il risultato sul definitivo 3-3. Novak entra in area da sinistra e beffa Artur ma prima Andreolli che devia in maniera decisiva il pallone. Terza rete in Europa League per lui. Finisce 3-3 e quella che, tra una settimana all'Olimpico, poteva essere una passeggiata, diventa una leggera salita. Alla Roma basta lo 0-0, ma deve crescere. E dovrà dimostrarlo già da domenica nella prima di campionato contro il Genoa.TANGO ZARATE,LAZIO IPOTECA QUALIFICAZIONE Lo spirito di gruppo, il collettivo, la tattica, tutte componenti care al presidente Lotito e sicuramente importanti per vincere una partita, ma poi è sempre il fuoriclasse a dirigere l'orchestra e a decidere le partite. Mauro Zarate danza il tango argentino per tutta la serata di questo ultimo turno di Europa League, e delizia con dribbling, gol e assist d'autore i pochi intimi (poco meno di 15 mila) venuti all'Olimpico in una caldissima serata d'agosto. Ma soprattutto trascina la formazione biancoceleste verso una vittoria convincente per 3-0 sugli svedesi dell'Elfsborg che equivale ad una qualificazione ipotecata. Partono tutte dal piede del ventiduenne di Buenos Aires le azioni più pericolose della Lazio, che dopo un inizio a rilento si accende all'improvviso proprio grazie agli slalom di Zarate. Al 4' fa le prove generali sfiorando il gol con un tiro a giro da fuori area, mentre al 9', dopo un'altra serpentina si fa parare il tiro da Covic. Quando il vantaggio laziale sembra nell'area, arriva l'unico brivido per la formazione biancoceleste con il palo al 13' di Avdic, a Muslera battuto. Dopo un'altra invenzione di Zarate vanificata da Cruz, molto volenteroso ma ancora lontano dalla forma ottimale, è Kolarov a sbloccare la partita al 23' con un gol da posizione quasi impossibile che sorprende il portiere Covic. La partita fin lì giocata su ritmi di un'amichevole, anche per via dell'afa, si accende e la Lazio prova a dilagare. Prima si vede annullare un gol di Cruz, in netto fuorigoco, poi al 36' raddoppia. Zarate parte dalla sua posizione preferita, largo a sinistra, si accentra e dopo una serie di dribbling ai danni del povero Karlsson lascia partire un tiro a giro che si infila imparabile sul secondo palo alle spalle del portiere svedese. L'Elfsborg accusa il colpo e rischia di sprofondare. Prima con Cruz nel finale di tempo, che spreca da pochi passi, poi ancora con Zarate due volte ad inizio ripresa, che si lascia andare ad un eccesso di altruismo per far segnare Brocchi e Cruz, la Lazio sciupa il 3-0. Gli svedesi provano a riaprire la partita con Svensson, regista all'antica a tutto campo, che prova con un tiro da fuori ma Muslera conferma di essere diventato un portiere affidabile e dice di no anche ad un bel colpo di testa di Floren. Poi ancora Zarate, prima di uscire con la standing ovation del pubblico, illumina l'Olimpico con un pallonetto delizioso per Mauri che stoppa di petto e infila al volo di sinistro l'incolpevole Covic per il 3-0 conclusivo. Una prova che lascia ben sperare il tecnico Ballardini in vista dell'esordio in campionato contro l'Atalanta. I problemi attuali della Lazio restano fuori dal campo con il caso dei tre dissidenti ancora ben lontano da una soluzione, almeno per quanto riguarda Pandev, quasi in causa con la società, e De Silvestri, mentre per Ledesma la pace con Lotito è dietro l'angolo. Intanto il presidente biancoceleste è ad un passo dall'acquisto di un difensore e di un attaccante. Si tratta di Rever Humberto Alves, 24enne centrale del Gremio (prezzo del cartellino è 3 milioni di euro), e della punta uruguayana Gonzalo Barreto Mastropierro (18 anni). Nel suo caso per l'ufficialità manca solo la firma del giocatore, acquistato dal Danubio per 3 milioni di euro. REDIVIVO FIGUEROA PIEGA I DANESIE' buona la prima del Genoa in Europa League. Con due reti del redivivo Figueroa e un'autorete, su azione di Moretti, i rossoblu' di Gasperini vincono 3-1 al Ferraris contro i danesi dell'Odense e mettono una ipoteca sull'accesso alla fase a gironi. La squadra di Gasperini ha riproposto a lunghi tratti il gioco spettacolare della scorsa stagione e ha piegato con grande autorita' un avversario meno dotato tecnicamente ma molto piu' avanti nella preparazione. Nonostante l'handicap fisico (i danesi giocano in campionato da oltre un mese) e il caldo afoso, i rossoblu' sono riusciti spesso a usare la loro arma migliore, quelle accelerazioni in cui nascondono la palla all'avversario ed entrano magicamente in area con tre-quattro giocatori alla volta. Poco dopo l'inizio del secondo tempo la gara era chiusa ma sul 3-0 il Genoa ha attaccato ancora e su un contropiede ha regalato il gol del 3-1 all'Odense. Colpa di Criscito, che ha pagato a caro prezzo una ingenuita' a centrocampo. Le assenze di Jankovic, Palladino, Floccari e Crespo costringono Gasperini a schierare l'argentino Figueroa al centro dell'attacco, vicino a Sculli e, un po' a sorpresa, all'altro argentino Palacio . Mesto indietreggia infatti a rinforzare il centrocampo, dove il tecnico sceglie anche il fido Milanetto al posto di Kharja, vicino a Juric e Criscito. Dietro, Bocchetti, Moretti e Biava difendono la porta di Amelia, che esordisce al Ferraris. Il tecnico danese Olsen schiera il vecchio e esperto Helveg (classe 1971) a comandare la squadra da centrocampo e a lanciare le punte Demba-Nyren e Gislason. La prima al Ferraris richiama in tribuna il ct della nazionale Marcello Lippi e l'allenatore del Genoa europeo di 17 anni fa, Osvaldo Bagnoli, che aveva promesso ai vecchi tifosi di esserci. La serata e' calda e afosa e il ritmo non puo' essere forsennato come vorrebbe il Genoa. L'Odense inizia avanti ma i rossoblu' prendono presto l'iniziativa e creano due occasioni che sfumano di niente. Al 9', una bella azione porta al gol del vantaggio, segnato da Sorensen con una autorete dopo una percussione di Moretti su ribattuta del portiere, che si oppone come puo' a un bolide di Sculli lanciato magicamente da Figueroa con l'esterno destro. I danesi non ci stanno e sfiorano subito il pari con Absalonsen che centra la traversa da fuori area mentre Amelia sembra giudicare innocuo il tiro. E' solo una fiammata. La migliore forma consente ai danesi di scattare un po' di piu' ma il Grifone controlla e riparte con azioni pericolose. Il migliore e' Palacio, che svaria su tutto l'attacco e gioca a ripetizioni palloni precisi e mai banali. Figueroa, nel primo tempo in luce solo per l'assist vincente, si scatena nella ripresa e segna due gol pesanti: il primo di testa saltando in cielo a pochi metri dalla porta, il secondo in mischia nell'area piccola. E' il momento migliore del Genoa, che gioca a memoria e non fa piu' vedere palla agli avversari. Sul 3-0 l'Odense e' tramortita e non capisce cosa fare. Una ingenuita' di Criscito, che invece di gettare fuori la palla fa un assist involontario a un avversario, fa scappare Ruud che mette davanti alla porta in una mischia da cui arriva il gol del 3-1. Il Genoa ha ancora due palle gol ma Figueroa spreca e su Sculli si supera il portiere.

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