sabato 30 gennaio 2010

Zaccheroni alla Juve, 'vincero' sfida'


TORINO - Alberto Zaccheroni riparte da Torino e si presenta con toni e modi pacati, senza dare spazio a illusioni ne' a proclami, ma con estremo realismo e grandi motivazioni. ''L'obiettivo minimo e' la qualificazione alla Champions League - esordisce Zaccheroni - C'e' anche l'Europa League naturalmente, ma i dirigenti mi hanno chiesto di portare la Juve piu' in alto possibile in campionato. Sono convintissimo di vincere la sfida, abbiamo tempo, il girone di ritorno e' appena iniziato''. Per raggiungere il traguardo della Champions, Zaccheroni riparte dalla Juve di inizio stagione, quella che vincendo le prime quattro partite aveva ammaliato ma, a conti fatti, illuso. ''Metto a disposizione la mia esperienza per consentire alla Juve di voltare pagina - spiega Zac -. Non perche' non riconosca il lavoro fatto dal mio predecessore: sono convinto infatti che l'idea di inizio campionato fosse un'idea vincente. Personalmente non devo inventare nulla; devo semplicemente portare tutti i giocatori ad un livello di rendimento medio, cosa che fino ad ora, per infortuni o altri motivi, non e' capitato. Portero' dunque soltanto degli accorgimenti''. All'inizio puntera' al recupero psicologico del gruppo: ''Lavorero' sulla testa dei giocatori, al momento non c'e' nessuno che stia rendendo alla pari delle attese e penso che sia un problema mentale. Poi si passera' agli aspetti tattici''. ''Il sistema di gioco perfetto non esiste - rileva l'ex tecnico di Inter, Milan, Lazio e Torino - Sono tutti applicabili, dipende dalle caratteristiche dei giocatori. Il modulo dominante sara' uno, ma spero che la mia squadra sappia cambiare pelle di partita in partita, di settimana in settimana. Per decidere mi riservo pero' di conoscere i calciatori dal punto di vista caratteriale; per ora li conosco soltanto dal punto di vista tecnico''. Sul gruppo a disposizione, Zaccheroni ha idee molto chiare. ''La Juve - sostiene - ha un organico molto, molto importante, di grande spessore. Non so quante squadre possano dirsi superiori a noi. Ci sono periodi in cui una squadra diventa irriconoscibile, si rimedia. Dai ragazzi mi aspetto disponibilita', non mi basta il talento, ho chiesto disponibilita' e da loro ho avuto la risposta che mi attendevo. Spero di aver fatto breccia in tutti''. Ora inizia il difficile, con la squadra che non sa piu' vincere. ''I risultati non si aspettano, bisogna andarli a prendere'', e' il motto di Zac. Che dice di non riconoscersi nella figura del traghettatore, di voler mettere in difficolta' i dirigenti per prolungare eventualmente oltre la scadenza di giugno la sua permanenza sulla panchina. ''Un uomo che ama il calcio pagherebbe per avere questa possibilita' e vincere questa sfida - afferma -. Poi io sono un dipendente e fino alla scadenza del contratto ho la piena autonomia nelle scelte. Comunque sia sarei orgoglioso di lasciare la Juve a Benitez o a un altro allenatore avendo centrato gli obiettivi, magari giocando come piace a me''.

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