giovedì 10 dicembre 2009

Champions, Inter agli ottavi con Eto'o e Supermario


MILANO - Dopo Fiorentina e Milan è l'Inter la terza squadra italiana ad approdare agli ottavi di Champions League. Senza dover fare affidamento sul risultato di Dinamo Kiev- Barcellona, la squadra nerazzurra cancella - non senza difficoltà - il Rubin Kazan grazie alla forza del suo attacco e alle meraviglie sfornate dal duo Etòo-Balotelli, con Supermario a regalarsi un gol d'autore e una notte da ricordare a lungo.

Sicuro della forza del suo team, Mourinho disegna un assetto iperoffensivo con Balotelli a comporre il tridente d'attacco al fianco di Milito ed Etòo. Alle loro spalle, la fantasia e la classe di Sneijder - al rientro dopo quasi un mese di stop - motorino instancabile e vero e proprio amuleto per i nerazzurri. Con lui in campo, gli uomini del tecnico portoghese non hanno mai conosciuto l'onta della sconfitta: una piacevole tradizione confermata anche contro il Rubin Kazan, fresco campione di Russia e digiuno di incontri ufficiali in Europa dallo scorso 24 novembre. Ben messo in campo da Berdyev, che in panchina sgrana il rosario musulmano, il Rubin non mostra alcun timore reverenziale, si difende con ordine e aspetta al varco le iniziative dei nerazzurri, volenterosi ma privi di quella sicurezza mostrata più volte in campionato e assente sui campi europei. Così, dopo un quarto d'ora di studio è il Rubin a farsi pericoloso con un tiro velenoso di Karadeniz, sventato in angolo da Julio Cesar. Costretta a rinunciare a Samuel intorno al quarto d'ora - il gaucho è toccato alla coscia destra da Lucio che gli frana addosso in un goffo tentativo di disimpegno - l'Inter non regala spunti, si muove in maniera macchinosa e si fa imbrigliare dalla ragnatela del centrocampo russo.

A spezzare l'equilibrio - mentre da Kiev rimbalza la notizia del vantaggio della Dinamo sul Barcellona - è una iniziativa di Zanetti che, entrato in area avversaria a suon di serpentine, mette al centro una palla deviata da un difensore su cui si avventa come un falco Balotelli. Supermario estrae dal cilindro un colpo di tacco che libera Etòo: sinistro fulminante e 1-0. Corroborata dal vantaggio, la squadra di Mourinho prende coraggio, sposta il baricentro in avanti e, seppur senza incantare, guadagna preziose fette di campo. Sul finire della prima frazione, Sneijder lascia partire una folgore poco fuori dall'area grande del Rubin - alta sulla traversa - mentre tocca a Maicon, mettere il sigillo sulla ritrovata verve nerazzurra: conclusione violenta dal vertice sinistro dell'area russa e parata spettacolare di Ryzhikov. L'arbitro fischia il fuorigioco di Milito e blocca l'azione, ma San Siro si esalta ugualmente: dopo gli stenti dei primi minuti, ogni movimento d'attacco è accolto come una liberazione.

Al rientro dall'intervallo - con la notizia del pareggio del Barca a Kiev, che si trasformerà poi in vittoria, dando ai blaugrana il primato nel girone - l'Inter sembra avere lasciato la grinta negli spogliatoi, dove è costretto a tornare anche Stankovic, sostituito da Cambiasso per un problema muscolare alla coscia destra. Sarà l'effetto del rosario islamico sgranato in panchina dal tecnico del Rubin, ma la squadra russa - ormai con le spalle al muro - carica a testa bassa: in dieci minuti arriva un paio di volte dalle parti di Julio Cesar e si guadagna tre angoli: quanto basta per far correre più di un brivido sugli spalti del Meazza. Brividi che sferzano pure gli undici nerazzurri in campo. Costretti sulla difensiva dagli attacchi russi, gli uomini di Mou provano a reagire: prima con una iniziativa di Cambiasso e poi con una incursione di Balotelli. E' proprio Supermario, già positivo nel primo tempo, a prendersi l'Inter sulle spalle. Guadagnatasi una punizione sulla tre quarti l'attaccante - che sfoggia un taglio alla mohicana con cresta bionda - lascia partire una conclusione potente che non dà scampo al portiere, facendo esplodere San Siro, e poi lo grazia con una conclusione a lato di poco.

A rallegrare ulteriormente i 50.000 sugli spalti, e a suggellare, la prova-qualificazione, un palo di Sneijder - metronomo di ogni azione interista - e una serpentina in area di Milito: unico del tridente a restare a bocca asciutta. Archiviata la pratica Rubin, il pensiero dell'Inter e del suo popolo è ora rivolto all'urna di Nyon per continuare un cammino fatto sino ad ora di sofferenza e poche luci, nella speranza di trovare, strada facendo, quella quadratura e quella compattezza che fecero grande ed immortale l'Inter del mago Herrera.

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