domenica 8 novembre 2009

catania-napoli 0-0


Buon pareggio per gli azzurri

Non è stata una bella gara. La posta in palio per entrambe le squadre era altissima. Il Catania in piena zona-retrocessione cercava punti importanti, il Napoli, invece voleva continuare la sua ascesa in classifica. Gara che ha avuto un netto predominio dei padroni di casa, mentre per quanto riguarda gli azzurri, possiamo parlare dal punto di vista del gioco, di un piccolo passo indietro, nonostante la classifica dei campani sia molto buona.

Lavezzi all'inizio della ripresa si è letteralmente mangiato un gol che avrebbe dato una svolta al match. I catanesi invece hanno impensierito soprattutto con Morimoto la difesa azzurra, che però ha retto bene.

«Io credo che a noi sia andata proprio di lusso perché, dopo aver giocato in maniera così straordinaria tre partite consecutive, avere una settimana davanti come stop, ci si rilassa, è normale, e questo rilassamento crea anche una diminuzione di tensione agonistica. Per di più avevamo 5 giocatori completamente fuori forma, con febbre e cose varie, ci sta anche, avendo dovuto fare un cambio così importante come quello di Gargano nel primo tempo». Punto prezioso quello ottenuto dal Napoli a Catania. Ne è convinto il presidente degli azzurri, Aurelio De Laurentiis. «Credo che ci sia andata di lusso per una serie di motivi -spiega ai microfoni di Sky- prima di tutto perché se è vero quello che ho detto, cioè che per noi il nuovo campionato è cominciato contro il Bologna, in questo campionato non abbiamo mai perso e quindi abbiamo una media molto alta; secondo, credo che sia molto importante aver acciuffato questo pareggio prima della sosta, sosta che permetterà a Mazzarri di avere maggiori possibilità di verifiche all’interno del gruppo; in più, abbiamo sfatato non solo il campo di Torino, ma anche quello di Catania. In Sicilia si perdeva sempre, è arrivato un pareggio ed è di buon auspicio».
De Laurentiis giustifica la reazione di Quagliarella al momento della sostituzione: «Ma è giusto, si comportato da giocatore. Se lui è un giocatore e non è un filosofo, se lui è un giocatore e non è un professore, se lui è un giocatore e non è un prete, perché dovrebbe comportarsi in maniera diversa? Io se fossi stato un giocatore probabilmente avrei avuto la stessa identica reazione, è umana, è normale». «Poi, a fine partita -prosegue-, io che faccio il Presidente se do’ una dichiarazione a caldo posso dire delle cose che probabilmente non direi due ore dopo o il giorno dopo, ma figuriamoci se fossi un giocatore che esce con l’adrenalina a mille dal campo, senza conoscere i minuti e i perché. Si gioca con una squadra, l’allenatore secondo me è la Cassazione, ha il diritto e il veto su tutti, però è ovvio che i calciatori questo lo capiscono e lo subiscono fino a un certo punto, perché è una cultura del calciatore. Io credo che non sia successo nulla di nuovo, ma sia successo quello che succede su tutti i campi, in tutte le società, in tutte le partite nazionali ed internazionali».
E se l’allenatore è la Cassazione, il Presidente che cos’è? «Il Presidente è un accompagnatore che, con la sua saggezza e la sua capacità di fare impresa, ha anche un pizzico di ardore sportivo -dice De Laurentiis-, ma ogni tanto se lo dimentica perché bisogna stare con i piedi per terra, deve accompagnare vari cicli. Adesso abbiamo il ciclo Mazzarri, io lo rispetto perché trovo Mazzarri in completa sintonia con il mio progetto, con la squadra, con la società, quindi è in linea con il proprio Presidente. Il Presidente fa il Presidente. Quante volte io ho pensato nella mia vita di rimanere Presidente onorario e di far fare a qualcun altro il Presidente? Ma non perché io non dia importanza alla figura e all’immagine del Presidente, anzi al contrario, però io credo di essere un forte industriale, credo nell’industria del calcio e credo di aver già cominciato a dare, da 5 anni a questa parte, dei segnali di cambiamento molto forti».
Champions o Europa League, per De Laurenttis questo Napoli può sognare l'Europa: «Io credo all’Europa, che sia Champions o che sia League questo lo vedremo. I tifosi devono anche capire una cosa: quando si va in Champions, si va per disputarla, non soltanto per accedervi, allora bisogna avere la maturità e la coscienza di essere pronti o non pronti per affrontare una competizione così complessa».
In conclusione, il presidente del Napoli esprime la sua soddisfazione per l'armonia della partita: «È stato uno spettacolo di civiltà, di gemellaggio tra due città, tra due tifoserie. Mi ha fatto molto piacere sapere che la tifoseria del Catania aveva portato a colazione la tifoseria del Napoli, questo secondo me è un fatto importantissimo e straordinario, questo vuol dire che le due città sono pronte per andare in Europa».
Walter Mazzarri, tecnico del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della partita. Ecco quanto evidenziato: "Il Catania gioca un buon calcio, hanno dei calciatori di valore, poi dal punto di vista fisico e mentale mi sembravano un po' più avanti di noi. Probabilmente abbiamo pagato anche queste tre grandi gare che abbiamo fatto. Stiamo diventando squadra, perche' pur giocando male non abbiamo perso e siamo riusciti a portare a casa il risultato. Caso Quagliarella? Il giocatore ha detto solo che per trovare la condizione voleva restare in campo, ma gli ho spiegato che mancavano solo sei minuti. L'ho visto bene in settimana, il ragazzo va recuperato sia fisicamente che dal punto di vista psicologico. Tutti i giocatori quando vengono sostituiti non sono contenti, ma non sono contenti nemmeno gli altri quando si sceglie di dare fiducia a chi gioca, e quindi bisogna stare nelle regole. Nella ripresa potevamo anche vincere, Lavezzi ha avuto l'opportunità di segnare, ma puo' capitare l'errore sotto porta"

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