sabato 16 luglio 2011

Chiesto l'arresto per Salvatore Parolisi. L'autopsia: il killer voleva sgozzarla

"Melania e' stata uccisa da una donna". Contrattaccano i legali di Salvatore Parolisi, vedovo della 29 enne di Somma Vesuviana, per il quale la procura di Ascoli ha chiesto l'arresto al gip del tribunale locale. Per gli avvocati del militare, Biscotti e Gentile, Parolisi ha subito ieri un altro attacco mediatico "dimostrato - secondo loro - dalla fuga di notizie sulla richiesta d'arresto avanzata dai pm ascolani". Anche in conseguenza di cio' i due legali hanno chiesto un'ispezione ministeriale. Per Biscotti e Gentile, Parolisi rimane innocente e il responsabile del brutale omicidio avvenuto ormai quasi sicuramente a Ripe di Civitella, in provincia di Teramo, sarebbe una donna. Intanto, dopo le molte rivelazioni sulle modalita' dell'omicidio emerse dall'autopsia sul cadavere di Melania, si attende la decisione del gip di Ascoli che potrebbe arrivare anche nella giornata di oggi. Da segnalare che ieri fonti investigative hanno sostenuto che "Parolisi ha mentito su tutto".

La procura di Ascoli ha chiesto l’arresto di Salvatore Parolisi, marito e unico indagato per la morte di Carmela Melania Rea uccisa lo scorso 18 aprile nel bosco di Ripe di Civitella (Teramo). Lo ha scritto per primo "Il Centro", e la notizia è stata successivamente confermata da fonti investigative, che spiegano: "La Procura ha probabilmente raccolto indizi sulle responsabilità del militare, tali da richiederne il fermo". La richiesta di misura cautelare è stata inoltrata al gip Carlo Calvaresi, che ora non ha limiti di tempo per far eseguire l'arresto e dovrà decidere se dare attuazione a questa richiesta o respingerla. Ma, spiegano le fonti, data la "voluminosità del materiale dell'inchiesta non deciderà a breve".

Sembra quindi arrivata la svolta decisiva nel caso della morte di Melania Rea. Parolisi, al momento sospeso dal suo incarico di istruttore e impiegato in un ufficio amministrativo della caserma Clementi, è rientrato a Frattamaggiore da Ascoli un giorno in anticipo su quanto previsto ed ora si trova a casa dei suoi genitori.

DECISIVI I TELEFONI E L'AUTOPSIA: Pur senza conferme ufficiali al momento, tutti gli addetti ai lavori sono convinti che la richiesta d'arresto per Salvatore Parolisi, sia stata decisa sulla base dei risultati degli esami scientifici sui tabulati telefonici del militare e della moglie e l'autopsia sul corpo della donna che avrebbe permesso di risalire all'ora del decesso.

Entrambi i cellulari sono stati localizzati, nel primo pomeriggio di lunedi 18 aprile, giorno in cui la donna scomparve, non a Colle S.Marco (Ascoli) ma nel bosco montano in località Ripe di Civitella (Teramo), dove la donna venne trovata cadavere due giorni dopo. Tutto questo renderebbe a Parolisi davvero impossibile continuare a sostenere che tra le 14,30 e le 16, lui fosse con la moglie e la figlioletta a Colle S.Marco, e che la donna poi si allontanò da sola.

A far decidere definitivamente il pool della Procura che coordina le indagini sarebbero state le risultanze degli accertamenti via via arrivati sul tavolo dei magistrati. "Siamo sicuri del nostro lavoro", ha dichiarato fino a ieri il comandante provinciale dei carabinieri Alessandro Patrizio, "e abbiamo fotografato la situazione a Colle San Marco". Il riferimento è alla presenza di Melania Rea sul pianoro ascolano, testimoniata dal solo Salvatore. Questo significa che la donna è stata portata direttamente, o si è recata di sua volontà, nella pineta del Teramano in cui è stata trovata morta.

Sulla richiesta dovrebbe aver pesato inoltre il pericolo di inquinamento delle prove, se non di fuga. Parolisi, infatti, avrebbe tenuto per gli inquirenti un comportamento ben strano: il 19 aprile, il giorno dopo la scomparsa di Melania (che sarebbe stata ritrovata cadavere il 20), Salvatore avrebbe cancellato il suo profilo Facebook, dove interagiva con l'avatar 'Vecio alpino'. Successivamente si è sbarazzato del cellulare 'dedicato' con cui comunicava con Ludovica P., la soldatessa con cui aveva una relazione extraconiugale.

GLI AVVOCATI DI PAROLISI: STOP AL MASSACRO: Gentile e Biscotti, i legali di Salvatore Parolisi, si dichiarano "Assolutamente sbalorditi da una giustizia colabrodo, chiederemo sicuramente di intervenire al ministro della Giustizia per far terminare questo gioco al massacro". "L'indagato è una persona che merita rispetto e coma stanno trattando Parolisi è indegno della nostra civilità giuridica", specifica Gentile. Biscotti e Gentile parlano poi di "linciaggio morale senza fine" nei confronti di Parolisi e chiedono pubblicamente un'ispezione degli organi competenti del Ministero "per accertare la responsabilità di queste fughe di notizie, vere o false che siano".

MELANIA: AUTOPSIA, UCCISA A RIPE DOPO IL PRANZO DEL 18 APRILE - Melania probabilmente e' stata uccisa gia' subito dopo il pranzo di lunedi' 18 aprile, nel Bosco delle Casermette, a Ripe di Civitella. E' l'indiscrezione che emerge - ma non ci sono conferme ufficiali - dall'autopsia sul corpo della 29enne di Somma Vesuviana, il cui risultato e' stato consegnato dal medico legale Adriano Tagliabracci alla Procura di Ascoli che conduce l'inchiesta sull'omicidio. La donna avrebbe consumato il pasto nella sua casa di Folignano (Ascoli), intorno alle 13 di quel giorno, e poi sarebbe stata trucidata dopo le 14, nel luogo dove il suo cadavere e' stato trovato due giorni dopo, il 20 aprile. La donna non sarebbe mai passata o arrivata da Folignano a Colle S.Marco, cosi' come raccontato dal marito, il caporalmaggiore Salvatore Parolisi, per il quale la Procura ascolana ha chiesto l'arresto al Gip del tribunale Carlo Calvaresi. Per il medico legale Adriano Tagliabracci l'assassino di Melania Rea ha tentato di "scannarla", come riporta l'agenzia Ansa. L'omicida avrebbe aggredito la donna da dietro cercando con un coltello di colpirla alla gola, ma il tentativo di fuga della donna l'ha costretto ad accanirsi su di lei quando Melania, caduta durante la fuga, era a terra, supina. I colpi post mortem, quelli inflitti con un oggetto contundente, forse un punteruolo, sono stati inferti diverso tempo dopo quelli che hanno provocato il decesso della donna, forse il giorno - il 20 aprile - in cui il cadavere è stato ritrovato.

MELANIA: AUTOPSIA, UCCISA CON DUE ARMI DIVERSE - Melania Rea sarebbe stata brutalmente assassinata a Ripe di Civitella del Tronto (Teramo) il 18 aprile scorso, con almeno due armi diverse, un coltello e un oggetto contundente, forse un punteruolo. E' quanto emerge dall'esame autoptico sul cadavere della 29enne di Somma Vesuviana, il cui risultato e' stato consegnato alla Procura di Ascoli. Con il coltello sarebbe stata uccisa, mentre con un punteruolo sarebbe stata colpita dopo la morte, il giorno 19 aprile e forse anche il 20, prima che il cadavere venisse scoperto, a seguito di una telefonata anonima. I colpi post mortem, secondo gli investigatori, sono stati inferti per depistare le indagini. Ma questo era gia' noto dalle prime settimane dell'indagine.

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